Il colore è quello dei caldi vini del Sud, ma profumi e gusto sono inequivocabilmente del Nord: sanno di mare, vento, pietra, sale. Rocce, resine ed erbe aromatiche dell'orto, le più robuste e sfacciate. Più della malvasia, la vitovska è il vitigno del Carso, inconfondibile figlio di una terra avara e fiera, della sua luce e della sua atmosfera, che il vento costante - a tratti gentile come una brezza, ma più spesso furibondo e spietato come la bora - contribuisce a rendere brillante e lucida come l'acciaio. L'occasione per una degustazione forse irripetibile di vecchie annate di questo vitigno è stata offerta dalla quarta edizione di "Mare e Vitovska", la manifestazione organizzata dal Consorzio di tutela vini Doc Carso: ospitata nella panoramica azienda di Benjamin Zidarich, sotto l'attenta e discreta conduzione di due esperti del luogo come Paolo Ianna e Aurora Endrici, ha visto a confronto i vini di 8 aziende, con annate che spaziavano dalle più recenti alle più antiche. La Doc Carso è una delle più recenti: suddivisa tra Carso friulano e sloveno, è stata istituita solo nel 1996 e sconta la sua giovinezza in una ricerca ancora insoluta di una nota stilistica comune ai vari piccoli produttori, "condannati - come hanno detto dagli organizzatori del tasting - a fare solo vini di alta qualità, perchè qui la terra è troppo poca per sprecarla a far vini mediocri".
La vitovska ha sorpreso i degustatori - giornalisti italiani ed esteri - per la sua longevità, pur in vini realizzati secondo un pensiero enologico che non prevedeva certo un giudizio a distanza di tanti anni. Ma non solo. Tre cose in particolare ci hanno colpito nei campioni assaggiati. La prima è il colore: giallo più o meno intenso, brillante, più meno lucido a seconda se il vino era stato filtrato o no, ma sempre vivo, con sfumature verdi, anche nelle annate più vecchie. Nessun cedimento all'aranciato dell'ossidazione, insomma. La seconda cosa sono i profumi, nei quali la mineralità si fa sempre più evidente e prevalente con il passare del tempo, richiamando i riesling tedeschi della Mosella e del Palatinato: davvero non si sospetta nessuna parentela, nemmeno alla lontana, tra queste uve? mah! La terza cosa, infine, è la gradazione alcolica: per una volta, nessuno si è ricordato di annotarla, tanto era ben integrata con gli altri elementi.
Di seguito, alcune note di degustazione:
Az.Skerlj, Vitovska 2005: Matej Skerly è un giovanissimo produttore che si sforza di fare un vino naturale a partire dalla vigna. Nel bicchiere, la sua vitovska è di un colore giallo intenso, lucido e brillante, con profumi da riesling renano: agrumi e idrocarburi gentili. In bocca è severo, salino, di una magrezza nervosa.
Az.Cotar, Vitovska 2004: dalla Slovenia, un campione di vitovska a conduzione bio di un colore giallo intenso con sfumature arancio, non filtrato, fermentato con soli lieviti indigeni e affinato in legni usati. Profumi di gelatina di frutta gialla, agrumi, buccia d'arancia amara candita ed erbe aromatiche, camomilla, mela gialla matura. In bocca è secco, molto minerale, con una chiusura di erbe aromatiche.
Az. Milic , Vitovska 2002: il colore è un giallo meno carico rispetto ai precedenti bicchieri, con sfumature verdi. I profumi sono sulfurei, sanno di pietra focaia, di scintille strappate alla pietra per sfregamento. In bocca però è succoso, con sentori di erbe aromatiche e non privo di un accenno di floreale bianco. Il suo 1997 presenta ancora un colore giallo dorato, ma il naso è già in fase calante, con qualche nota di ossidazione che si insinua tra quelle di frutta gialla stramatura, mela cotogna e miele di acacia. Coerente in bocca, ma in fase calante. Meglio berlo senza aspettare oltre.
Az. Colja Jozko , Vitovska 1997: il campione presenta un colore simile a quello precedente. I profumi sono di frutta gialla macerata, fiori secchi, miele, fichi e datteri secchi, con un accenno di ossidazione. In bocca si dimostra ancora vivo, agrumato, sapido, perfino un po' grasso.
Az.Kante, Vitovska 1997: Edi Kante è un faro per la produzione enologica locale. Da 30 anni combatte con la terra, il clima, i vitigni e la burocrazia. Produttore geniale, individualista ma generoso, crede fortemente in tutto quello che fa, errori compresi. Ricerca, sperimenta, inventa, innova, sorprende; senza sosta. Suo è uno degli spumanti metodo classico più bizzarri che mi sia capitato di assaggiare, il "KK". Imperdibile una visita alla sua cantina, scavata in una cavità naturale di roccia viva: un buco di 15 di metri di profondità che si sviluppa in più piani, a temperature decrescenti, mentre un velo d'acqua perenne vernicia le pareti. Avendo avuto la fortuna di essere suoi ospiti per una intera serata, ci ha stupiti con annate e vini i più disparati (compreso un sorprendente Pinot Nero). Questa vitovska è una selezione imbottigliata con tappo non lavato (un'idea sua). E' di giallo intenso con sfumature verdi, profumi di iodio e sale, rocce ed erbe aromatiche, ma anche di fiori bianchi. Ha lunghezza ed eleganza. Un tratto, quest'ultimo, che finora era mancato ai campioni precedenti. Altrettanto interessante e giovane il suo 1994, di un giallo intenso con sfumature verdi, profumi di erbe aromatiche, melissa, camomilla, idrocarburi. Il gusto è ancora pieno, fresco, di vibrante acidità e salinità.
Az. Zidarich, Vitovska 1996: campione imbottigliato a mano, fermentato con lieviti selezionati e affinato in barrique (30%) e in acciaio (70%). Una scelta enologica che oggi, afferma Benjamin Zidarich, non ripeterebbe, preferendo affidarsi solo ai lieviti indigeni. Nel bicchiere è di un giallo intenso sfumato di verde, con profumi di idrocarburi misti a fiori, ricordi di miele e arancia rossa. In bocca è cremoso, con accenni di burro.
Az.Lupinc , Vitovska 1994: questa azienda fu la prima a selezionare la vitovska e a imbottigliarla. Il loro 1994 - annata non facile, che ha dato vini riottosi ad aprirsi - è di un colore giallo intenso sfumature verdi. Profumi fruttati di frutta matura, minerale di idrocarburo, un po' evanescenti. In bocca è coerente, acido-salino e minerale, ma in fase calante.
Az. Skerk Boris, Vitovska 1990: Sandi Skerk è il giovane e dinamico presidente del Consorzio dei vini del Carso. Il suo 1990 non filtrato, è di un giallo leggermente pallido, con sfumature gialle e profumi abbastanza opulenti, minerali, mielosi. Al gusto è coerente, evoluto, rotondo, polposo di mela cotogna, sia pure in fase calante. "Fare agricoltura 30 anni era molto difficile, sul Carso non c'era nulla - ci ricorda Sandi - E chi voleva fare il contadino era considerato una persona di serie B".
Oggi il Carso è cresciuto. Ma l'avventura della vitovska, pionieri a parte (ma anche grazie ad essi), è appena cominciata.