Forse non tutti sanno chi era Adelino Lucchese.
Lavorava alla Cantina sociale "Valpolicella" di Negrar e un giorno commise una mancanza imperdonabile: si dimenticò di travasare una botte di Recioto della Valpolicella.
Quel travaso era necessario, perchè se la fermentazione del vino non veniva interrotta tutti gli zuccheri si sarebbero trasformati in alcol, e addio vino dolce.
Com'è, come non è, Lucchese si dimenticò di travasare una botte, e quando se ne accorse gli prese un mezzo accidente: chissà che razza di schifezza era diventato, quel vino.
Umilmente ne informò il suo capo, il direttore Gaetano Dall'Ora, e insieme si azzardarono ad assaggiare quel-che-era di quella botte.
E Dall'Ora si illuminò: anzichè un liquido imbevibile, quel Recioto dimenticato si era trasformato in un vino dal colore brillante, secco, potente.
Un amaro forte...no, un amarone!
"Stavolta te l'è propi indovinà!" disse al suo uomo.
Era il 1936. L'Amarone della Valpolicella nacque così, dicono: per sbaglio, fortuna, distrazione...
Non per calcolo preciso.
E, cosa che qui ci interessa, quello che oggi è uno dei vini più celebrati del mondo ebbe origine per merito di un cantiniere, ché tale era il sig.Lucchese.
Bene. Chi vuol essere cantiniere, oggi?
Se, come abbiamo visto, trovare un buon enologo è un'impresa sempre più difficile, quando la figura che interessa è quella del cantiniere, la mission diventa quasi impossible.
Perchè è un lavoro (ancor più) di sacrificio, pesante, difficile...Antico, dicono alcuni.
Un lavoro tanto oscuro quanto necessario, vitale.
Forse dell'enologo, con un po' di fortuna e di esperienza personale, si può anche fare a meno; ma del cantiniere assolutamente no.
In questi anni, giustamente, si è dato rilievo e spazio alla figura dell'enologo: sarebbe ora che si cominciasse a parlare anche di quella del cantiniere.
Per dire, per esempio, che ci sono tante aziende che ne avrebbero un maledetto bisogno, e non riescono a trovarlo.
O, anche, per stigmatizzare il fatto che al momento non esistono corsi specifici che abilitano a questa professione, nonostante una precisa proposta in merito di Assoenologi.
Per fortuna, qualcuno che si ricorda anche di questo ruolo c'è ancora: il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano da 9 anni porta avanti il premio "Cantiniere dell'Anno": il vincitore di quest'anno è Primo Marinelli, cantiniere dell'azienda Casale Daviddi di Montepulciano.
"Ha un'esperienza professionale nel settore di quasi vent'anni; conosce bene la realtà del Vino Nobile di Montepulciano avendo lavorato in passato anche in altre importanti aziende vinicole del territorio" è la motivazione che ha fatto scegliere Marinelli tra una rosa nutrita di altri cantinieri.
Esperienza, mestiere, e anche segreti professionali piccoli e grandi: anche di questo è fatta la figura del cantiniere.
Perchè è forse la persona che vive più tempo a contatto con il vino, imparando a interpretarne il comportamento, a conoscerne i tempi e a coglierne gli umori, nè più nè meno come se fosse un essere vivente.
Chissà. Forse è arrivato il momento di chiederci, davanti ad un bicchiere di buon vino, non solo chi è l'enologo che l'ha realizzato, ma anche chi è il cantiniere che l'ha assistito e accompagnato fino a noi.