charmat

Due insoliti spumanti

Con l'alzarsi delle temperature, la mia attrazione per i rossi corposi, fruttatoni e superalcolici subisce un crollo verticale. Dalla cantina salgono baldanzosi e contenti i rossi leggeri, i rosati di qualsivoglia sfumatura e uva ... e soprattutto gli sparkling. Niente di meglio di un bel metodo-qualcosa quando la colonnina di mercurio tirando il collo cerca di arrivare all'ultima tacca. E dunque, largo agli charmat per aprire la giornata, e poi via con i classici

Gli ultimi due interessanti assaggi fatti riguardano proprio due metodi classici, uno del Nord e uno del Sud. E, curiosamente, nessuno dei due è quel che vorrebbe far credere. Non nascono dal tradizionale uvaggio degli spumanti metodo classico. E, se è per questo, non nascono nemmeno da uve bianche. O da uve rosse tradizionalmente note per la loro predisposizione a farsi spumantizzare.

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#Zz, Zero zuccheri (nel bicchiere): e tu, di che metodo sei?

Non c'è dubbio, è il momento degli sparkling wines.

Sdoganati dai riti classici del brindisi-delle-feste-e/o-delle-grandi-occasioni, questi particolari vini stanno conquistando terreno nelle preferenze di un numero crescente di persone.

Certo, tra un fan del Prosecco e uno dello Champagne ce ne corre, ma il bello è proprio questo: ancora una volta, chiunque può trovare il metodo che fa al caso suo. Martinotti (o charmat) se cerca un vino dai profumi fragranti e freschi, floreali e fruttati - e preferibilmente da vitigni aromatici o semi aromatici - classico se preferisce profumi più evoluti, complessi, da crosta di pane, pasticceria da forno, biscotti, frutta secca, eccetera.

E come già nelle altre tipologie di vino, anche nell'approcciare gli sparkling è consigliabile una certa gradualità: i dosaggio zero, per esempio...

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