Luigi Veronelli

Luigi Veronelli torna in Valpolicella

...non personalmente, purtroppo, ma con il suo pensiero, raccolto e raccontato da due persone che gli sono sempre state molto vicine, nella vita e nel lavoro.

Arturo Rota e Nichi Stefi.

Luigi Veronelli - che ho avuto la fortuna di conoscere e con il quale ho iniziato a scrivere di vino - è stato l'iniziatore, il precursore, il pioniere di tante cose, non solo della scrittura o della critica enogastronomica.

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Vino bio, un convegno per parlarne

Vino bio-qualcosa: cos'è, com'è cambiato, come cambierà, ma... esiste davvero?

"Il vino è biologico per definizione, per sua essenza. Oppure non è vino" diceva Luigi Veronelli, intendendo l'aggettivo nel suo significato originale: vitale (bios in greco significa vita).

Finora nessuno si è posto il problema della misura di questa vitalità, se non con metodi e sistemi (come la cristallizzazione sensibile) che a momenti sconfinano nell'esoterismo.

E state tranquilli: non lo farà nemmeno l'Unione Europea, il cui recente, faticosissimo regolamento sul vino biologico è per lo meno riuscito nel discutibile intento di lasciare tutti (o quasi) moderatemente insoddisfatti. O così almeno si legge in giro.

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L'importanza del bicchiere nell'assaggio del vino

"Il vino è un compagno problematico" diceva Luigi Veronelli.

E l'assaggio del vino un'arte e non una scienza, aggiungo io (perdonate l'immodestia), sebbene non sia priva di elementi scientifici.

E' un'arte perchè il corpo umano è una macchina tanto complessa quanto imperfetta. Perchè siamo tutti diversi. Perchè buona parte dell'assaggio di un vino si fonda su reazioni fisiologiche e meccanismi psicologici simili in tutti, uguali in nessuno.

E perchè anche gli strumenti dell'assaggio non sono neutrali.

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2 febbraio, il compleanno di un grande

... C'è un libro che avresti voluto scrivere e non hai scritto?

"Sì, un giallo. Me l'avevo proposto l'editore Mazzotta, poi la cosa è tramontata. Ma prima o poi lo scriverò".

E l'editore che era in te non urla, adesso che sei passato dall'altra parte?

"Urla ogni tanto, ma lo tengo buono (...) E dovrà pazientare l'editore che è in me: adesso sto preparando il libro degli spumanti e degli champagne".

C'è una confusione pazzesca nel settore.

"Quest'inverno ho letto cose atroci. I nostri spumanti stanno crescendo, alcuni sono eccezionali, ma ogni paragone è fuori luogo, lo champagne è una cosa diversa per mille motivi e mi stupisce che i francesi abbiano lasciato correre sulla scrittura metodo champenoise".

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