Chi ha avuto la ventura di assaggiarlo 25 e più anni fa, probabilmente ricorderà la sensazione di carta vetrata a grana media che restava in bocca dopo il primo sorso di Sagrantino di Montefalco. Il Sagrantino è il vitigno più tannico d’Italia, è la sua caratteristica, e domarlo è come cercare di mettere la briglia ad un branco di cavalli selvaggi. Ci vogliono anni di pazienza, di studi, di prove e come un addestratore di cavalli alle prime armi, all’inizio si fanno un sacco di errori. Poi, un po’ alla volta, cavalli e addestratori diventano adulti insieme, gli spiriti ribelli e indomiti si placano un po’, e si comincia a trovare un modo d’intendersi, pur restando ciascuno nel suo ruolo: il produttore/addestratore continuerà a cercare di fare del suo meglio per addomesticare il vitigno ribelle, e questo continuerà a presentare il suo caratterino ostico e scorbutico, sebbene reso un po’ più urbano.
Read MoreFilippo Bartolotta