Tira aria di vendemmia un po’ dovunque, anche se scommetto che molti quest’anno preferirebbero saltarla (“Sono a posto con il vino, grazie”). Ma la Natura imperterrita va avanti per la sua strada - anzi, le sue stagioni - e l’uva è lì, prima o poi va raccolta. Per tutti quelli che almeno una volta nella vita hanno accarezzato il sogno di farsi il loro vino in casa, ma non sanno da dove cominciare, la manualistica sul tema abbonda. Tuttavia c’è un libro - appena uscito per i tipi dell’Informatore Agrario - che varrebbe la pena prendere in considerazione: “Come Farsi Il Vino - Con Metodo Convenzionale, Biologico, Vegano”. L’autore è un enologo e giornalista (collaboratore del mensile “Vita In Campagna”), nonché co-titolare di due brevetti internazionali (insieme al prof.Emilio Celotti dell’Università di Udine) e di un sistema di analisi, oltre che uno dei fondatori dell’associazione G.R.A.S.P.O. - e di conseguenza co-autore anche dei loro libri: Giuseppe Carcereri De Prati.
Questo su come farsi il vino invece è tutta uva del suo vigneto, anzi: è una riedizione del suo primo fortunato volume comparso sugli scaffali nel 2009. Da allora di vendemmie ne sono state fatte poco meno di una ventina, ma di nuove leggi sul vino probabilmente di più. Di qui la necessità di rinverdire e aggiornare il libro precedente.
Chi è il lettore a cui si rivolge questo che, di fatto, è un manuale pratico? E’ il piccolo produttore da 10 hl /anno di produzione, ma anche il proprietario di un agriturismo che può arrivarne a 150, di hl. E’ quello che vorrebbe passare dal regime convenzionale a quello biologico, o quello che mangia vegano e vuole che sia tale anche il vino che fa.
Il primo pregio di questo libro pertanto è l’aggiornamento: tutte le norme, le leggi, i regolamenti citati sono quelli attualmente vigenti, per ogni tipo di vino.
Il secondo pregio è la completezza: dalle foto agli schemi alle spiegazioni, c’è tutto-tutto quello che bisogna sapere per fare il vino partendo da zero - o quasi: almeno l’uva in partenza bisogna averla.
Il terzo pregio è la chiarezza-semplicità: niente digressioni tecnico- scientifico-accademiche. Il linguaggio è preciso e chiaro, semplice, diretto.
Dal vino da farsi per la famiglia e per regalarlo agli amici, a quello che si vorrebbe vendere anche fuori dai propri confini, in “Come Farsi Il Vino” non manca nulla. Si parla di attrezzature, tecnologie, processi, ma anche di problemi, intoppi, difetti (del vino): di come risolvere i primi e prevenire o correggere i secondi.
In conclusione, un libro che personalmente consiglio anche ai semplici (ma curiosi) wine lovers: così ci si rende conto più nel dettaglio e da vicino quanto lavoro, impegno, competenza, grattacapi, imprecazioni, delusioni e soddisfazioni ci sono dietro una bottiglia.
Anche se il produttore farà sempre del suo meglio per farci credere che, in fondo, fare il vino, è tutta una questione di passione.