Il Manuale va al Salone (e noi con lui)

Dal 12 al 16 maggio a Torino si aprirà il 24° Salone Internazionale del Libro.

Ci fu un tempo - molto lontano - in cui non mi occupavo professionalmente di vino, ma di libri, fumetti, editoria di divulgazione scientifica e per ragazzi.

Andare a fiere e saloni ad essi dedicati - come la Bologna Children Books Fair - era per me vita quotidiana, così come oggi lo è frequentare Vinitaly, Merano IWF, o eventi similari. Lo feci per anni e anni. Poi la vita e il lavoro mi dirottarono altrove, e quei momenti finirono nel cassetto dei ricordi.

Ma non dimentico che vengo anche da quel mondo, non fosse altro perchè in questi anni ho continuato a scrivere, non solo articoli e servizi, ma anche libri. Libri sul vino, ovviamente, ma non solo.

Per questo, quando giovedì 12 maggio saremo al Salone di Torino a presentare il nostro "Manuale di Conversazione per Enoturisti" sarà un po' come tornare in una casa da cui si è stati lontani per troppo tempo.

Alle 17.30, nello stand del nostro editore Ultima Books (J126/Pad 2) parleremo del lungo lavoro che ha portato alla realizzazione di quello che, sia per il mio co-autore Giampiero Nadali, sia per me, è il nostro primo libro in formato elettronico.

La scelta del formato, ce ne rendiamo conto, sta penalizzando molti, ovvero tutti coloro che non amano computer e nuovi media in genere, diffidano dell'e-commerce e si trovano i ditini aggrovigliati quando devono schiacciare in sequenza più di 2 pulsanti.

Soprattutto, sta scoraggiando coloro che amano visceralmente la carta (un po' meno gli alberi, evidentemente) e non possiedono un e-book reader, uno smartphone o un iPad (per il nostro libro, è l'aggeggio migliore).

Beh, che volete farci? è il prezzo da pagare per la libertà. La nostra, prima di tutto: fare un e-book ci ha messo nelle condizioni di lavorare con un editore che ci ha permesso di scrivere quello che volevamo, come volevamo, quanto volevamo. Con gli editori di carta questo non è possibile, non lo è mai stato (a meno che tu non ti chiami Saviano, Camilleri, o Follett): troppi vincoli, limiti, condizionamenti, troppi "sì, ma...", "così va bene, però...", "ok, ma sarebbe meglio che...".

Vanity press, la chiama qualcuno: editoria della vanità. 

Noi non l'abbiamo fatto per vanità, ma per offrire un servizio. Non comodissimo per tutti, forse, ma il futuro - all'inizio - comporta sempre qualche piccolo disagio...

Perchè noi, e con noi un sacco di gente, siamo convinti che i libri digitali sono il futuro dell'editoria. Non tutto, certo, ma una buona parte sicuramente. Dirò di più: sono assolutamente certa che siamo all'inizio di una nuova, grande rivoluzione, seconda solo a quella di Gutenberg.

Il viaggio è cominciato, noi siamo già partiti, i primi che arrivano...meglio alloggiano!