Quattro giorni di Vinitaly vissuti 10 ore su 12 ciascuno richiedono in genere una mezza settimana di decantazione.
Passata la quale, quello che ti resta impresso nella memoria (lavoro da smaltire a parte) è quanto anche in futuro contrassegnerà la tua personale edizione n.44 della più importante manifestazione enologica del mondo.
- Il giallo del convegno scomparso. Ammettiamolo, quanto a convegnistica questo Vinitaly non ha brillato. Tutto (o quasi) già visto, già sentito...Tra gli argomenti che comunque avevano suscitato un nanogrammo di curiosità c'era un incontro che doveva parlare di ologrammi e sistemi di anticontraffazione delle bottiglie...o forse era marketing e sigilli...? Boh. La verità è che non lo sapremo mai. Così come era stato pianificato (e pubblicato in giro), è stato depennato dal programma; con un click.
Nel luogo e all'ora convenuta nessuno ne sapeva niente. Interrogati in proposito, gli annunciati (o solo potenziali?) relatori sono caduti dalle nuvole. Qualcuno ha provato ad azzardare una spiegazione: la coincidente visita in Fiera del Capo dello Stato aveva un po' scombussolato il palinsesto degli eventi. Eh, già. Il nostro Presidente è uso a farle, queste visite a sorpresa...
- La razione K a 1 stella (Michelin). Altro che pane e bondola. Al Bardolino (inteso come Consorzio) sì che sanno vivere. Il kit di sopravvivenza generosamente offerto agli amici di passaggio all'ora strategica (della pausa pranzo) era firmato e preparato nientemeno che dallo chef stellato Leandro Luppi. Provato, e promosso a pieni voti, sul posto, con calice di Bardolino Chiaretto Spumante in abbinamento, come da copione.
- La sostenibile leggerezza del bere. Alla degustazione-dibattito sulla piacevolezza del bere si è aperto un nuovo fronte di discussione: come si riconoscono questi vini? quando un vino può a buon diritto definirsi...ino? In attesa di risposte, mi sono guardata in giro. La degustazione era affollata, i vini in degustazione cinque (li accompagnavano gli ottimi snacks della Scuola di Alma, e generosi vassoi di prosciutto crudo).
Alla fine del tasting i bicchieri erano vuoti. Tutti.
Vinini: quelli che finiscono.
- Meglio della "O" di Giotto. Alla cena di gala del Comitato dei Grandi Cru , produttori di vini griffati premiano giornalisti/testate/guide che premiano produttori di vini griffati. E il cerchio si chiude.
- Non mangiate le margherite. Che sapore ha un prato (stabile)? Ecco una domanda da bambino curioso cui oggi si può rispondere.
Sa di Pratum. E, no, un bambino non può bere questa tisana alcolica a 29 gradi. Peccato, però. Perchè è buona, molto buona.
- Ecofriendly anch'io. In sala stampa quest'anno era in vigore il print on demand dei comunicati. Sullo schermo touch passavi in rassegna i diversi comunicati stampa, individuavi quello che ti interessava, un click, e lo stampavi al momento. Piuttosto che aumentare il numero dei cestini per la carta, si sono impegnati per togliere di torno la medesima. Voto: 10 (all'idea)!
- Mmh...what Amarone! Che sofferenza. Per cinque giorni passi da un produttore all'altro, da uno stand all'altro, per 10 ore filate e non tocchi bicchiere, o quasi. Eh no, dai! ormai è finita, almeno chiudiamo in bellezza. Con l'Amarone della Valpolicella Classico Ca' Moropio 2006 di Antolini. Un bouquet di viole, ciliegie e prugne in confettura ricoperte di cioccolato fondente.
"Non tutti lo capiscono" ci rivela un perplesso Pierpaolo Antolini. Come a dire: strano, a me sembra così buono.
Neanch'io capisco, ma pazienza: vorrà dire che ne resterà di più per noi, che invece lo capiamo. Eh sì, una vera disdetta...
- Last: la foto di apertura. Scattata nel Padiglione che ospitava la Regione Friuli, mostra l'esibizione di un ballerino in una palla trasparente.
Metafora di un vinacciolo nell'acino? Commento di un passante: "Vedi che effetti fa il vino...".
E anche questo Vinitaly è andato. Sotto con il prossimo.