Friuli VG

A Venezia. Con l'abito rosso.

Curioso. Quando si parla di paesi insospettabili produttori di vino, ai nostri giorni si pensa subito a quelli orientali - la Cina, tanto per non far nomi. L'India. Al massimo certe nazioni dell'Est Europa. Eppure, ci sono luoghi molto più vicini a noi che il vino lo fanno da un sacco di tempo - a volte maluccio, a volte bene, a volte ottimamente - per la maggior parte nell'indifferenza - o nell'ignoranza - più totali del resto del mondo.

Sì, parlo proprio della cosiddetta ex-Jugoslavia, oggi frammentata in Serbia, Slovenia, Croazia (oltre che Bosnia, Montenegro, Kosovo, Macedonia...). Mai bevuto un vino serbo? Io no, ma conto di farlo al più presto. E uno sloveno?

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Rischi e opportunità per i vini bianchi d'eccellenza: convegno a Gorizia

Sappiamo - o almeno, dovremmo sapere - della predilezione dei cinesi per i vini rossi. Non ci è mai stato chiaro, invece, perchè tale preferenza sia anche quella di Robert J.Parker. Al punto che i vini bianchi (e relativi produttori), se ci limitiamo alle sue valutazioni, avrebbero vita più dura dei vini rossi (e relativi produttori).

Il problema in se' è (in apparenza) di facile soluzione: non limitiamoci. Al diavolo Parker e le sue fisime, io - produttore - faccio il vino che voglio e troverò sempre a chi venderlo. Oggi più di ieri, poi: stando ai dati di Assoenologi, nei mercati esteri il consumo di vini bianchi è salito al 55%, mentre quello dei rossi e dei rosati è sceso al 45%. 

Negli USA solo nell'ultimo anno le vendite di vino bianco sono salite del 19,8% e una prudente stima prevede per il 2012 un'ulteriore crescita del 10%: una tendenza che vede trainanti tipologie come quella del Soave e del Pinot grigio.

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