Vinix Live! #10: i vini, la gente, la festa

E' stato un Ferragosto all'insegna del buono, quello vissuto in compagnia di tanti amici, wine lovers e non solo (molti con familiari al seguito), quello trascorso a Faedo, al Vinix LIve! n.10 organizzato presso l'azienda Pojer&Sandri.  Una giornata di festa piena, serena, istruttiva e divertente, grazie all'impegno (e al lavoro, e al sacrificio) di Mario Pojer, Fiorentino Sandri, dei loro familiari e collaboratori: ognuno ha fatto del suo meglio, compresi gli amici chiamati a dare il loro contributo con la loro arte (Fabio Vettori e il suo esercito di instancabili formichine, Egidio Petri con le sue opere di scultura,  gli artisti dello spettacolo finale e i tanti generosi produttori di cose buone: pane, pasta, salumi, miele, birra, succhi di frutta, formaggi, Choco&Wine... l'elenco è qui).

Insomma, peccato per chi non c'era.

Gli appassionati più indefessi hanno avuto di che divertirsi fin dal mattino: star della degustazione di quest'anno "per soli addetti ai lavori"  era infatti lo Spumante Metodo Classico Cuvée E.B. Dolomiti dell'azienda.

35% pinot nero, 65% chardonnay declinati su una verticale che spaziava dal biennio 1980-90 all'ultimo in commercio, una cuvée 2007-2008 sboccata nel gennaio di quest'anno.

Dodici vini accomunati da una grande coerenza di stile, cui si unisce un invidiabile senso della misura. Dai più maturi ai più giovani, ognuno di essi ha dimostrato un grande equilibrio: nel perlage, nei profumi, nel gusto. E poichè, a differenza di altri, (soprattutto) in vacanza sono poco propensa a fare la profe(ssionista) che spacca la molecola di vino in 4 (atomi), mi sono limitata a scrivere poche note, badando piuttosto a gustarmi i bicchieri. Le note di degustazione in dettaglio sono rimaste - giustamente - in mano al padrone di casa, ma a memoria posso dire che mentre gli spumanti più vecchi (i primi due: anni 1989/90, il secondo campione disturbato da un leggero sentore di tappo) mi sono sembrati mostrare un filo - sottile, eh! - di stanchezza, tutti gli altri (anni 95/96, a salire) manifestavano una vibrante freschezza, fatta di profumi di erbe aromatiche con sfumature di crosta di pane, pasticceria, nocciole, frutta bianca matura, fiori di camomilla.

Tutti grandemente bevibili, facili da abbinare. In particolare, mi hanno colpito la Cuvée 1995/96 per i profumi fragranti di frutta, la bella prova del pinot meunier del millesimo 2009 e due rosati: il Brut Rosé 01/02 per l'eleganza, e il Pinot Rosé per i profumi golosi.

Il resto della giornata è volato tra assaggi di vini al rotundone (impressionante, e soprattutto buonissimo, il Groppello di Revò "Laste Rosse" di Pancheri), con l'assistenza e la spiegazione di un esperto in materia, il prof.Fulvio Mattivi del vicino IASMA,  vini sperimentali ("Zero", un solaris in purezza: i vitigni intraspecifici sono uno dei pallini di Mario Pojer) e vini di vignaioli.

Vignaioli liberi, come quelli di Weingut Castel Salleg, o Weingut Unterortl, ma anche associati, come quelli delle cantine cooperative invitate quest'anno: Tramin, Val di Cembra, Produttori del Barbaresco, Cantina di Negrar.

Sono realtà che spiccano da tempo nel panorama enologico per la qualità dei loro vini e una politica di prezzi ragionevole e coerente. In un momento come questo, nel quale il Trentino sta discutendo del suo futuro libero e/o associato (per avere un'idea, leggere qui e qui), è bene ricordare che tutto si può fare.

Basta volerlo davvero.

Tutti.