Prosecco, Valpolicella, Soave: classici purchè bio

Al momento non è una proposta e nemmeno un'ipotesi di lavoro, ma solo una provocazione: vini di pregio e di grande richiesta nel mondo come Prosecco, Valpolicella e Soave, quando prodotti nelle zone di coltivazione storiche (cioè le più antiche), per fregiarsi della menzione "classico" potrebbero (dovrebbero?) essere anche bio.

A provocare con questo pensiero è nientemeno che l'assessore per l'agricoltura della Provincia di Verona, Luigi Frigotto (Lega), indubbiamente tra gli amministratori più attivi e presenti sul suo territorio, impegnato in prima persona anche in molte sperimentazioni viticole (da anni nei suoi vigneti coltiva vitigni intraspecifici meglio noti come PIWI, ovvero pilzwi- derstandsfähig, come il solaris) e da sempre convinto sostenitore di metodi di coltivazione efficaci e alternativi al solito uso dei soliti fitofarmaci.

"E' una provocazione al mondo della produzione, perchè non possiamo pretendere che il mondo si fermi perchè non abbiamo voglia di metterci in gioco" ha detto in un'intervista al principale quotidiano veronese.

E al telefono con chi scrive spiega: "Una delle grandi difficoltà che i nostri vini - Valpolicella, Soave ma anche il Prosecco - incontrano all'estero è data dal fatto che non riusciamo a trasmettere in maniera immediatamente comprensibile il concetto di classico. Cosa vuol dire "classico"? non lo sa nessuno, dobbiamo spiegarlo anche ai giornalisti (quelli ignoranti di viticoltura, ndr.). Se però alla parola "classico" accostiamo anche il concetto "biologico", ecco che diventa tutto più facile".

E' classico perchè è biologico.

L'inverso però non vale. Se un vino è certificato biologico, ma nasce in zona allargata (cioè Doc), non potrà per questo acquisire lo status di "classico".

"Basta cambiare il disciplinare di produzione" prosegue convinto Frigotto "e i nostri vini più importanti acquisterebbero maggiori chances sui mercati internazionali", dove tutti sanno cosa vuol dire bio, ma quasi nessuno capisce cosa significhi la dicitura "classico". Così facendo, ragiona l'assessore, sarebbe possibile legare ai vini anche il concetto di "maggiore salubrità", il grande trend del momento.

Vini buoni ed eco-friendly. Questo sì che è un... grande classico dei nostri giorni.