Valpolicella: limiti a impianti e a uve in appassimento

Fino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile, oggi invece, complice anche una situazione di mercato non facile per nessuno, qualche granello di buon senso torna ad affacciarsi anche in Valpolicella.

Accade così che il locale Consorzio chieda e ottenga (come riportato sul BUR n.54 della Regione Veneto) la sospensione dell’idoneità alla produzione dei vini Amarone e Recioto della Valpolicella Docg, Valpolicella Superiore Ripasso Doc e Valpolicella Doc per le superfici da piantare con le varietà di cui all’articolo 2 dei relativi disciplinari di produzione, a partire dalla campagna 2010/2011 fino a tutta la campagna 2012/2013.

Con ciò il Consorzio di tutela propone che tale sospensione riguardi le superfici eccedenti il potenziale di ciascun conduttore idoneo alla produzione dei vini delle denominazioni in oggetto, comprensivo dei diritti di reimpianto, riferito alla campagna 2009/2010.

Fuor di burocratese, questo significa che vengono stabiliti dei limiti temporanei all'idoneità di alcune superfici vitate della Valpolicella. Lo scopo, chiaramente, è arginare la produzione limitando le superfici potenzialmente idonee a produrre vini della Doc perchè coltivate con le uve prescritte: un obiettivo che si può raggiungere solo disciplinando la registrazione nello Schedario viticolo veneto delle superfici realizzate con le varietà di cui agli articoli 2 di ciascun disciplinare di produzione, ai fini dell’idoneità alla rivendicazione delle denominazioni di cui all’oggetto.

Altra limitazione chiesta e ottenuta riguarda i quantitativi delle uve da mettere in appassimento.

Come già lo scorso anno, anche per campagna produttiva 2010 (così come consentito all’art. 4 comma 15 del disciplinare di produzione), il quantitativo massimo di uva messa a riposo per la produzione dei vini “Amarone della Valpolicella” e “Recioto della Valpolicella” viene fissato a 60 quintali/ettaro al massimo, (laddove l'attuale disciplinare prevede per la messa a riposo un quantitativo di uve non superiore al 70% della produzione massima ad ettaro prevista. Fatti due conti, si parla di ben 84 q/ha).

Farne meno per farlo meglio: un frase (apparentemente) facile che riguarda soprattutto l'Amarone, ma della quale non potrà che trarre vantaggio anche il negletto Valpolicella d'annata, le cui uve migliori vengono da sempre sacrificate alla causa del fratello maggiore, al punto che è diventato difficilissimo trovare sul mercato un Valpolicella fresco di buona qualità e giusto prezzo.

E i competitors del Vecchio e Nuovo Mondo sentitamente ringraziano.