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Il Soave e il Pellegrino

Due semplici - si fa per dire - vini per l’estate, ma non solo.

Secondo gli ultimi dati,  vini bianchi e bollicine dominano le tavole dei consumatori nel mondo. I vini rossi alcolici e strutturati hanno avuto il loro (lungo) momento di gloria, ora è tempo di un bere un po’ meno impegnativo sotto tutti i profili. Soprattutto in quest’estate tropicale.

A questo proposito, ecco un paio di assaggi fatti di recente e che meritano attenzione.

Il primo è un bianco.

Il Soave Classico “Colforte” 2023 dell’azienda Santi ci ha conquistati per la sua eleganza estrema, che unita all’immediatezza e facilità di beva, lo rendono, nella sua (apparente) semplicità,  un vino wow!. Il colore paglierino chiaro e brillante, leggermente sfumato di verde chiaro prelude a un naso delicato ma netto e preciso: fiori di acacia, un tocco di miele, mela golden matura, un ricordo di mandarino. Il blend di Garganega (80%) e Trebbiano di Soave (20%) regalano un gusto fruttato decisamente estivo di melone e pesca gialla, perfettamente bilanciato con la sapidità e la  freschezza. Pulitissimo e persistente, servito alla giusta temperatura non si smetterebbe più di berlo.

Secondo vino: un rosso che non teme di essere servito bello fresco.

“Pilgrin 2019” Venezia Giulia IGT dell’azienda Albino Armani è uno dei tre vini che rientrano nel progetto “Terre di Plovia”, nell’alto Friuli. Un po’ ricerca, un po’ recupero, “Terre di Plovia” è soprattutto un impegno che Albino Armani porta avanti da molti anni in questa regione, forte della sua ormai pluridecennale esperienza di studio e valorizzazione di uve dimenticate trentine.

Come il precedente, anche questo è un blend. Le uve sono di Merlot e di Piculit Neri, un antico vitigno autoctono un tempo molto diffuso in Friuli, e che oggi resiste ancora in poche zone particolarmente vocate alla sua coltivazione. A differenza di tante cultivar internazionali, le varietà autoctone in genere sono molto schizzinose, e pretendono terreni e microclimi precisi per dare il meglio di se’. Al Piculit Neri piacciono i sassi e le argille, e nelle colline dell’alto Valeriano, nel Comune di Pinzano al Tagliamento c’è abbondanza di entrambi. Questo “Pellegrino”, come si tradurrebbe dalla lingua locale è un vino di grande piacevolezza e bevibilità. Il colore è un rubino scuro con sfumature rosse, i profumi sanno di boschi: more e mirtilli, ribes e fragoline, un accenno di menta. Nel bicchiere tornano i fruttini rossi, ma ci sono anche il bastoncino di liquirizia e i chiodi di garofano. Tannini setosi, grande equilibrio, freschezza, persistenza, una bella chiusura pulita…

E anche questo bicchiere si svuota in un attimo.