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"Tic-Toc - Il mondo del vino sta cambiando" : l'esperimento di Briziarelli

Il bicchiere da una parte, lo smartphone dall’altra: cambiano gli strumenti, non il gusto di assaggiare e valutare.

“I giovani non bevono più il vino”, “No, bevono solo vini bio-qualcosa”, “No, bevono i vini di cui si parla sui social”, “Macchè, per fargli bere vino dev’essere no-alcol”. E via commentando. Insomma, la Gen Z, i Millennials, cosa bevono? Cosa gli piace?

Ma perchè non chiederlo direttamente agli interessati?

E’ quello che ha fatto le Cantine Briziarelli, una bella realtà vinicola di Bevagna (Umbria). Ha invitato un po’ di ragazzi e li ha lasciati giocare (diciamo così) con i vini in degustazione. Con risultati interessanti. Riportiamo dal comunicato ufficiale:

“Cellulari su una mano e calici nell’altra. L’originale e primo evento-esperimento per capire se e come il mondo del vino stia cambiando, anche nei gusti, ha avuto i suoi primi effetti. Dall’Umbria, terra di vino, è partita una innovativa modalità per mettere a confronto i giovani della GenZ con le generazioni anagraficamente più “esperte” riguardo al consumo di vino.

Alle Cantine Briziarelli di Bevagna si è infatti tenuta una “non” degustazione alla cieca, libera, dove gli oltre 70 partecipanti hanno potuto scegliere tra circa 30 etichette, con provenienza, tipologia e fascia di prezzo molto eterogenee, ed esprimere il loro giudizio tramite un’apposita applicazione. Quelli che alla fine sono emersi sono gusti che vanno verso vini più piacevoli, meno complessi ed impegnativi: più attenzione ai bianchi e in crescita l’apprezzamento per i rosati, con gradazioni alcoliche contenute, acidità spiccate e profumi primari ben in evidenza, prezzi rigorosamente sotto i 20 €. La preferenza insomma andava ai vini con sentori di frutta piacevoli, mai surmatura, e dove le ossidazioni e le note terziarie degli affinamenti in legno sono quasi totalmente assenti.

Tra i GenZ il vino più apprezzato in assoluto (quattro a pari merito) e per ogni categoria: un Primitivo Pugliese, un Pecorino Abruzzese, un sangiovese toscano rosato, un Chianti DOCG.

Tra i Millenial il vino più apprezzato in assoluto è stato un IGT Umbria Bianco, blend di Trebbiano Spoletino e Viogner, che è risultato essere anche il più apprezzato per categoria. 

A livello di prezzo, le valutazioni più positive hanno riguardato prodotti con prezzo retail inferiore a 20 € che la maggior parte dei partecipanti ha saputo correttamente posizionare come fascia di prezzo. Questo dato evidenzia che spesso il giudizio complessivo di un vino non è proporzionale al prezzo di mercato, e impone una riflessione ai produttori in merito a tecniche di produzione e posizionamento. Soprattutto pone un nuovo interrogativo: cosa vuol dire qualità per le nuove generazioni?

Quanto alle gradazioni alcoliche, i vini con votazioni più elevate, si posizionano tra 12,5° e 13,5°. 

Parlando di varietà, le donne hanno dato la preferenza a vini frutto di blend tra Malvasia e Sauvignon Blanc, seguiti da quelli fatti con Trebbiano Spoletino e Viogner, e Sangiovese.Gli uomini hanno preferito il blend di Trebbiano Spoletino e Viogner, seguiti dai rossi Cabernet Sauvignon e Montepulciano.

Dopo aver degustato, in modo casuale e non guidato, i partecipanti hanno risposto a un breve questionario tramite una App (realizzata da Astra srl) che consentiva di visualizzare in tempo reale il gradimento dei vari vini sullo schermo presente nella sala degustazione della cantina.

“Un evento primo nel suo genere, almeno dalle esperienze che abbiamo sul territorio, che si è svolto con modalità informali e anche provocatorie - ha detto l' amministratore delegato della Cantina, Alessandro Giannoni - Potrà essere ripetuto, visto che il campione statistico individuato, anche se significativo, non è estremamente ampio. Quindi uno dei prossimi obiettivi sarà quello di allargare in futuro l’esperimento e proseguire in questo percorso. Abbiamo voluto infatti mettere a confronto le caratteristiche di consumo di due generazioni distinte, raccogliendo così informazioni per andare a identificare dei trend suddividendoli tra le due fasce di età, perché troppo spesso si parla di consumo della Gen Z,  ma non è mai la stessa generazione che ne parla. Oggi chi esprime giudizi nel mondo enologico, appartiene per lo più a una fascia di età che a mio avviso non rispecchia i gusti delle generazioni più giovani, ed è anche questo uno dei motivi per cui i giovani tendono a consumare meno vino delle precedenti. Per noi produttori è obbligatorio ascoltare i più giovani e capire cosa si aspettano dal nostro prodotto”.

Alla fine,  tipologia di vini più degustata è risultata essere dei bianchi (46% delle degustazioni totali), seguita da quella dei rossi (39%) e rosati (15%).