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Andar per (micro) birrifici

Interno del birrificio Ballarak (PA)

Sebbene quello vinicolo continui a essere una forma di turismo molto praticata, quello della birra è in forte crescita.  Destinazioni dei viaggiatori, i microbirrifici artigianali. E non solo.

Dalla Campania in poi, isole comprese, a caccia di luoghi (non troppo) turistici con l’intento di unire l’utile della scoperta e della conoscenza al dilettevole di una buona birra artigianale.

E’ l’obiettivo che emerge dalle pagine di “Turismo Birrario - Guida per viaggiatori in fermento”, da poco edito da LSWR, e che fa parte della serie di quattro libri curati da Luca Grandi* e dedicati al turismo birrario delle macro-aree geografiche d’Italia: Nord-Est, Nord-Ovest, Centro, Sud e Isole.

Anzichè andar per cantine, qui si va per microbirrifici, una tendenza turistica che sta crescendo, se è vero che in Italia,  negli ultimi 10 anni il numero dei birrifici attivi è triplicato (nel 2022 se ne contavano più di 1080). Una crescita con incoraggianti ricadute anche agricole, perchè la voglia di birra ha fatto impennare anche la domanda di materie prime 100% made in Italy. Se fino a qualche anno fa il luppolo era una coltura semi sconosciuta, oggi se ne contano già un centinaio di ettari in tutto lo stivale.

Come sempre quando si esplora un nuovo terreno, una guida non può che tornare utile: questa scritta a più mani da Naike Mulas, Andrea Camaschella e Luca Pretti, propone per ogni regione meridionale alcuni itinerari ben precisi e ben pensati, dove al fascino dei luoghi si accosta l’interesse per l’attività birraria, che spesso non si limita alla semplice produzione, ma si accompagna anche ad altre iniziative. Come fa, ad esempio, il palermitano birrificio artigianale Ballarak, nel famoso mercato storico Ballarò: oltre alla birra, ogni sera il suo teatro  offre anche spettacoli di stand up comedian o gruppi musicali.

Parla­re e scrivere di birra in questi anni mi ha insegnato che il suo mondo è variegato, eterogeneo ma allo stesso tempo uniforme perché, da Nord a Sud, è composto da donne e uomini che producono con passione birre artigianali le­gate anche alla stagionalità e al loro specifico territorio - scrive in prefazione il direttore responsabile di Birra Nostra Magazine” In questo magazine, prosegue, lei e i suoi autori “non solo raccontiamo le passioni che governano questo mestiere ma guardiamo anche a chi beneficia della ricerca, della selezione delle materie prime, delle tecniche di produzione orientate verso il fu­turo nel rispetto delle radici di un lavoro che ha attraver­sato i secoli. Non ci piace chiamarli consumatori, perché suona come una massa indistinta che, letteralmente, consuma senza consapevolezza. Chi beve birra artigianale è invece informato, preparato ed educato a ciò che degu­sta, chiede espressamente uno stile, un sapore e si aspetta di percepire gli aromi, le sfumature del gusto, il profumo di un prodotto che sa di storia e che beneficia di una pre­cisa identità (il grassetto è mio)”.

Sarebbe fantastico poter dire le stesse cose anche di altri appassionati. Per adesso, accontentiamoci di quelli della birra.

* Autore del brand Birra Nostra, con cui si propone di promuovere la birra artigianale italiana, Cibus Ambassador per Fiere di Parma e co-fondatore del magazine omonimo.