Bollicine festose
Negli ultimi anni i vini spumanti hanno conosciuto un aumento dei consumi che li ha sdoganati dall’essere (solo) i vini delle Feste per antonomasia. Nonostante questo, resta il fatto che proprio quest’ultima parte dell’anno è da sempre il momento in cui si fanno saltare più tappi di spumante, un po’ per tradizione, un po’ per superstizione, e un po’ per pigrizia mentale. In realtà, la ricchezza del panorama enologico italiano è tale che si potrebbero consumare bollicine tutti e 365 (nel 2024, 366) giorni dell’anno.
Ecco perciò un consiglio last minute, se c’è ancora qualcuno che non ha deciso cosa abbinare a qualsiasi cosa metterà in tavola: il Brut Rosé “Rosa del Golfo” dell’omonima azienda di Alezio (LE), primo Metodo Classico Rosè di uve Negroamaro e Chardonnay.
Le uve crescono nella campagna di Alezio, nella zona del suggestivo golfo di Gallipoli, a due passi dal mare. Per ottenere questo Brut la presa di spuma con metodo classico (rifermentazione in bottiglia) viene effettuata partendo da un liqueur a base del famoso Vigna Mazzì (un rosato secco di Negroamaro e Malvasia Nera Leccese). Il blend si compone di due o più annate, con una permanenza sui lieviti di 30 mesi.
Il risultato è un vino con un perlage sottile, fitto e persistente.
A me piace perchè è uno spumante elegante e allegro, ma non banale: profuma di agrumi rossi maturi, con sfumature di mandorle dolci sul finale. Sicuramente si abbina perfettamente a crostacei, gamberetti e piatti di pesce, ma è molto più versatile di quel che dice la scheda tecnica: la sua freschezza e la sua struttura infatti non temono di confrontarsi con cibi grassi e invernali come il cotechino. Infine, il rapporto q/p lo rende un piccolo lusso accessibile.
E Buon 2024 a tutti.