LWF, la fiera del vino nella città che corre
Dopo gli stravolgimenti dovuti al Covid, quest’anno anche la London Wine Fair ha riaperto i battenti, rivelandosi come sempre un’interessante vetrina su quelle che sono le principali tendenze del bere nel mondo anglosassone (e non solo). Natalia Kondratuyk, sommelier di Verona che si occupa anche di consulenza per le aziende del vino, ci racconta la sua esperienza in quella che gli organizzatori, con buona pace del tanto decantato understatement britannico, definiscono the most intelligent wine event in the world.
Natalia, era la prima volta che andavi alla LWF? “Sì. Ci sono andata soprattutto per curiosità personale, ma anche per lavoro, perchè collaboro con un importatore che mi aveva chiesto di selezionare alcuni vini”.
Cosa ti ha colpito di più di questa fiera? “La semplicità dell’organizzazione. Il sistema di accredito è semplicissimo, il biglietto costa solo 50 £ per 3 giorni. Mi è piaciuta perchè è una fiera dinamica: per mantenere i contatti con le persone che incontri non c’è bisogno di fare il solito scambio di biglietti da visita. Ogni pass ha un QR code, basta fare uno scan e ti arrivano tutte le notizie che ti servono: dall’email della persona, ai prezzi delle bottiglie dell’azienda”.
Quali tendenze di consumo hai osservato? “Ho visto molte bottiglie in materiali riciclabili, come la carta. I vini che vanno di più sono quelli bio, e i vini più facili e veloci. Vini da bere subito, che possono fare concorrenza al sidro. Prodotti anche in lattina, e che i giovani trovano nei wine bar . Non so se in Italia funzionerebbero, ma Londra è una città dinamica e giovane: i ragazzi non hanno voglia di aspettare, se vogliono bere un vino vogliono farlo subito. Ovviamente i vini di lusso non sono scomparsi, funzionano sempre: ma il target è diverso”.
Cosa puoi dire dell’e-commerce del vino? “E’ molto sviluppato. Ho visto tanta vendita online tramite app, perchè ce ne sono alcune che oltre a permettere di comprare il vino ti propongono anche l’abbinamento con il cibo. Tu ordini il vino e il cibo e questo ti arriva già pronto, oppure ti mandano gli ingredienti e lo cucini tu. Ma sono tutte cose molto veloci, perchè la gente non vuole perdere tempo in cucina. Ovviamente in questo modo si perde il gusto della qualità, ma ai giovani va bene così, almeno per ora”.
Parlami del pubblico della fiera. “Quella di Londra è una fiera professionale, perciò l’80% dei visitatori erano importatori o distributori. E’ facile incontrarli e parlare con loro, sono molto disponibili”
Cosa puoi dire della partecipazione delle cantine italiane? “Le ho viste presenti, ma in ordine sparso, diversamente dai francesi, presenti in massa, ben organizzati, con tutti i loro Consorzi”.
In conclusione, vale la pena partecipare alla LWF? “Secondo me, sì. E’ sempre un’esperienza partecipare ad una fiera internazionale come quella di Londra. Come ho detto, è più facile incontrare qualche nuovo importatore, e anche se non si riesce a vendere, impari sempre qualcosa da questo tipo di esperienze”.