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Bollicine da festa (e non solo)

Come da tradizione, in questo periodo è tutto un fiorire di liste e di suggerimenti. Di regali, di menù e ovviamente anche di vini. Ce n’è per tutti i gusti e tutte le tasche, un overloading di informazioni che scommetterei lasciano il povero utente/consumatore disorientato e incerto come prima, se non di più. Ecco perchè questo blog eviterà di consigliare gli immancabili, inevitabili (e spesso inarrivabili, per le tasche comuni) “10 vini da mettere sulla tavola a NataleSantoStefanoSanSilvestroCapodannoEpifania”.

Parlando di vino, però, qualche scelta (rigorosamente) locale si può fare. All’insegna della sobrietà, dati i tempi non brillantissimi per la maggior parte di noi.

Due-vini-due. Due spumanti rosa metodo Charmat nei quali (ri) trova dignità e attenzione il solito, bistrattato vitigno: la Molinara.

Il primo è il “Pinea Brut Rosato”, che la famiglia Cottini di Valgatara realizza con uve coltivate nella loro Tenuta La Falcona (Comune di Valeggio sul Mincio, VR). Il terreno morenico di queste colline regala alle uve Corvina e Molinara (che concorrono alla pari all’ uvaggio del vino) quella fragranza e leggerezza di beva che rendono questa bollicina un vino piacevole e immediato dall’aperitivo in poi. Già dal color salmone  si capisce che è un vino da festa: al naso è un mazzetto di fruttini rossi con qualche foglia di menta, il perlage è fine e persistente e in bocca sa di agrumi gialli e rossi. Rinfrescante e facile da abbinare.

Il secondo rosato bollicinoso arriva dalla Valpantena, da quell’area tra i comuni di Grezzana e Romagnano che la gente del posto chiama “la costa”. Costa Arente (che fa parte delle Tenute del Leone Alato, il polo vitivinicolo di Genagricola) sorge qui, a 250 mt slm, nella frazione di Romagnano. La tenuta si distende su 35 ettari, di cui solo 17 sono vitati a Corvina, Corvinone, Rondinella. E Molinara. Poca, ma ancora c’è. Un vitigno cocciuto, che non si rassegna ad essere considerato inutile e fuori moda. «La soluzione più semplice era estirpare quel vitigno, ormai pressoché abbandonato poiché considerata varietà non più in linea con i gusti del consumatore - racconta Francesco Domini, Direttore Commerciale & Operations Le Tenute del Leone Alato - . E invece ci siamo fermati e abbiamo ragionato su cosa fare di quell’ettaro e mezzo di nostra proprietà in Valpantena. Così abbiamo deciso di scommettere e di investire, producendo una Molinara spumantizzata con metodo charmat lungo. Un rosato che siamo certi saprà conquistare soprattutto le nuove generazioni e che ridando vita ad un vitigno storico vuole essere simbolo di rinnovamento nel rispetto della tradizione ”.

Rosé”, come si chiama molto semplicemente questo vino, si presenta con un delicato color rosa cipria e un perlage fitto e persistente. I profumi ricordano la pesca, il melograno, ma anche i frutti rossi di rovo, sfumati da note di pasticceria,. In bocca è molto fresco, agrumato, lungo e pulito, di grande bevibilità. Come il precedente, si presta ad accompagnare tutto il pasto: l’aumentare della temperatura con il passare del tempo lo rende perfino più fruttato e goloso.

Così la Molinara plaude alla sua ritrovata popolarità, sia pure di nicchia (per ora)…