I vini etnei di Donnafugata
L’Etna è sicuramente una delle aree viticole più trendy del momento. Non c’è quasi produttore nel resto d’Italia (e non solo) che non aspirerebbe ad avere anche solo pochi ettari in questa zona dominata dagli oltre 3300 m del vulcano attivo (come anche di recente si è premurato di ricordarci) più alto d’Europa, e che si estende per 1200 km q. Anche la famiglia Rallo dell’azienda Donnafugata accarezzava fin dalla fine degli anni ’80 il sogno di produrre vini etnei, ma all’epoca non fu possibile concretizzare il progetto, e le attenzioni si rivolsero allora ad un’altra area, non meno interessante e altrettanto vulcanica: Pantelleria. L’occasione d’investire nella DOC Etna si sarebbe presentata solo molto più tardi, nel 2016, quando riuscirono a acquistare 21 ettari di vigneti sparsi in 6 contrade appartenenti a due Comuni, Randazzo e Castiglione di Sicilia. Tra vigneti vecchi e piante più giovani, tutti gli appezzamenti si trovano sul versante Nord, su altitudini tra i 700 e i 750 m /slm: Carricante, Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio le varietà coltivate. Per il debutto della prima vendemmia etnea, di recente Donnafugata ha organizzato una degustazione online in remoto di 4 vini: bottiglie che, pur nella distinta personalità di ciascuna, condividono un’eleganza e un equilibrio comprensibili a chiunque, senza inutili orpelli o complicazioni stilistiche. Per chi vuole saperne di più rimando al sito dell’azienda, mentre a seguire le mie note di degustazione.
“Sul Vulcano” Etna Bianco DOC 2018; Carricante in purezza, vinificato in acciaio e affinato in cemento e rovere francese di 2 e 3 passaggio per 10 mesi. Affinamento in vetro per altri 10 mesi. E’ un bianco goloso già al naso, con note di cioccolata bianca, crema, che si fondono con profumi di agrumi rossi maturi ed erbe selvatiche tra i quali si affaccia ogni tanto un accenno di idrocarburo. Il gusto è pulito, rotondo, sapido, con una buona spalla acida, molto equilibrato e di grande bevibilità.
“Dea Vulcano” Etna Rosso DOC 2018: blend di Nerello Mascalese e un po’ di Nerello Cappuccio tratti dai vigneti più giovani vinificati in acciaio con macerazione sulle bucce. Affinamento parte in cemento e parte in barrique usate per 14 mesi, in vetro per altri 10. E’ un rosso giovane, fruttato al naso e in bocca, con sentori di piccoli frutti rossi sfumati di spezie dolci. Un vino facile da abbinare e ancor più da bere.
“Contrada Marchesa” Etna Rosso DOC 2018. Insieme al Contrada Montelaguardia, è uno dei cru di Donnafugata, prodotto in circa 6000 bottiglie. La vinificazione è analoga a quella del vino precedente, ma i tempi di lavorazione sono più lunghi: 14 i mesi di affinamento in cemento e rovere non nuovo, e 18 quelli di affinamento in vetro. Il risultato è un vino che sul lungo periodo darà molte soddisfazioni. Ora presenta un bouquet di piccoli frutti rossi, erbe mediterranee, sfumature floreali scure e un accenno di balsamico. I tannini finissimi scivolano in bocca come sabbia in una clessidra. Molto elegante, pieno, armonico.
“Fragore” Contrada Montelaguardia Etna Rosso DOC 2018. Da sole uve di Nerello Mascalese vinificate come il precedente, un altro vino “importante”, con profumi ampi e variegati di fruttini di rovo che si fondono con note balsamiche e di pietra focaia. In bocca è coerente, e come tutti i precedenti da’ sicuramente il meglio in abbinamento al cibo, ma la sua complessità lo rende un buon candidato anche come vino da conversazione.
Extra: “Sul Vulcano” Etna Rosso DOC 2017. Da Nerello Mascalese e poco Cappuccio, un rosso che la naso ricorda i piccoli frutti e fiori scuri con un cenno di macchia mediterranea. Gusto coerente, con un accenno di spezie, pulito e di media persistenza.