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Vini 4 stagioni

Ci sono vini che preferiamo bere in inverno e altri in estate; vini "autunnali" e vini "primaverili". Questione di temperature esterne, di cibi, perfino di personal mood. E poi ci sono i vini "4 stagioni": quelli che dove li metti, stanno. E stanno bene, perchè sono sempre buoni, equilibrati, non sgomitano per imporsi all'attenzione, accompagnano volentieri il piatto semplice e quello più pretenzioso. Sono così discreti che durante un pasto rischiano perfino di passare inosservati, se non fosse che alla fine se così soddisfatto da renderti conto che, a ben vedere,  alla buona riuscita del tutto ha contribuito anche quel certo vino, come testimonia la bottiglia vuota.  Di recente ne ho stappati ben due, di questi "vini 4 stagioni", due semplici Valpolicella, che in comune hanno l'annata: 2015. Perchè i Valpolicella seri danno il meglio di se' da grandi

Il Valpolicella DOC "Fralibri" di Eleva nasce dalle uve di uno scenografico vigneto terrazzato, in località Piovesole (un nome, un programma), posto poco sotto il borgo di S.Giorgio di Valpolicella: alle tradizionali varietà Corvina e Corvinone si accompagnano altri vitigni sia autoctoni (Molinara, Croatina) che non (Merlot, Teroldego). Tutti insieme contribuiscono a creare un Valpolicella  che sa di rosmarino e mentuccia, prugne fresche e more rosse un po' asprigne con un punta di pepe nero, pulitissimo, lungo in bocca (ma corto in bottiglia, perchè finisce subito). D'inverno il Fralibri può stazionare tranquillamente sulla credenza della cucina, o addirittura sulla tavola, così da lasciarci apprezzare la sua struttura misurata e una certa setosità, però quando fa caldo si può toglierlo direttamente dal frigo: freddo è buonissimo. 

Lo stesso dicasi del secondo Valpolicella, anzi il "Valpo" per antonomasia, quello dell'azienda La Giuva: un sorprendente succo di mirtilli e more nere, esuberante, freschissimo, divertente come pochi. Da uve Corvina, Corvinone e Rondinella dell'alta Val Squaranto, è un vino che sa di ciliegia acerola e piccoli frutti di rovo, lungo al gusto (e ahimè, cortissimo in bottiglia anche questo...). "Valpo", così la gente del posto chiama da sempre il vino di tutti i giorni, con il diminutivo, come si fa con un amico che si frequenta abitualmente. 

Due vini per tutte le stagioni, diversi nello stile, uguali nell'essere molto, molto socievoli: si bevono senza pensieri e stanno benissimo in compagnia. Degli umani e dei piatti.