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Vino che s'indossa, vino che arreda

Ci sono vini che non devono necessariamente essere bevuti. O meglio sì, si bevono, ma si possono anche indossare, come tessuti. Persino come gioielli. O utilizzare come complementi d'arredo. Ciò premesso, veniamo alle notizie. La prima è che anche quest'anno si terrà un'insolito quanto interessante evento dedicato alla creatività orafa, "Gioielli in Fermento": si tratta di un concorso internazionale riservato a designer, artisti, orafi, (sia emergenti che professionisti), per un ornamento inedito ispirato al tema.  " Il mondo contemporaneo del gioiello è per definizione “in fermento”, con un’attenzione particolare al volgere l’elemento naturale in qualcosa di prezioso ed unico" dicono gli organizzatori, che finora sono riusciti a coinvolgere più di 400 autori per un numero ancora più alto di opere presentate. La selezione fatta da un gruppo internazionale di esperti nel campo è a cura di Eliana Negroni, che ha saputo coniugare le sue passioni per il mondo dei gioielli e quello del vino ideando questo evento nel 2011, e si avvale anche quest'anno della collaborazione di AGC Associazione Gioiello Contemporaneo, Charon Kransen Arts, Klimt02 network, Joya International Art Jewellery Fair Barcelona  insieme ad altri partneri sul territorio, tra cui la delegazione emiliano-romagnola dell'Associazione nazionale Le Donne del Vino

Gli artisti/orafi/designer che ogni anno partecipano sono chiamati a cimentarsi  in un concorso a tema che muove sensibilità differenti verso la natura, legata – soprattutto nelle prime storiche edizioni – al lavoro in vigna, alle trasformazioni in cantina, al profumo nel calice, al fascino delle sensazioni del gusto. Il tema di quest'anno, per quanto sempre coerente con il mondo del vino, è decisamente più ampio: "Momento privato e relazione sociale". I partecipanti dovranno saper interpretare questi concetti realizzando un qualsiasi ornamento indossabile: collana, spilla, orecchini, anelli... Le opere saranno esposte domenica 13 maggio a Villa Braghieri, dove alle 16 si terrà l'inaugurazione e la cerimonia di premiazione, con l’assegnazione del Premio Gioielli in Fermento e Premio Città di Castel San Giovanni (in Val Tidone, provincia di Piacenza). 

La seconda notizia riguarda invece un complemento d'arredo: una lampada, "Eos", creata con le doghe delle botti di invecchiamento del Barolo. Oggi è solo un prototipo ma presto potrebbe entrare in produzione. L’hanno pensata e realizzata Anna Bellezza e Giulia Catalani, due studentesse del 2° anno del Corso di Product Design dell’Istituto Europeo di Design di Torino (IED). Il loro progetto ha vinto la borsa di studio di ReWineD® (Recycled Wine Design), idea della giovane vignaiola Sara Vezza, titolare della Cantina Josetta Saffirio di Monforte d’Alba. Sara aveva lanciato una sfida agli studenti dello IED: produrre oggetti di design riciclando gli scarti della sua cantina vitivinicola. Così bottiglie di vetro, tappi usati, vecchie botti, scatole di legno e di cartone, rotoli di etichette hanno trovato una seconda vita con quattro progetti in gara: oltre alla lampada Eos, “Wine Oak” un cavatappi e coltellino multiuso per vino creato da Elena Bellacicco e Federica Ferrarese; “La vite è bella”, tagliere con legno delle botti in disuso creato da Paolo Conte, Margherita Fruscoloni Morello e Silvio Positano; e “Between the stripes”, un portaghiacchio con i tappi di sughero firmato da Cecilia Clot e Lorenzo Puglisi.

A decidere quale era il progetto più bello e più funzionale è stata chiamata una giuria femminile composta dalla giovane produttrice vitivinicola Violante Gardini (Casato Prime Donne Donatella Cinelli Colombini), l’architetto e giornalista Giovanna Crespi e l’architetto Maria Grazia Novo. La premiazione è avvenuta nei giorni scorsi in cantina a Monforte. «I ragazzi sono stati molti ricettivi – dice Sara Vezza - e hanno dimostrato che far rivivere gli scarti di cantina e di produzione è possibile. Qui in cantina anche gli avanzi sono molto preziosi perché sono pochi: l’idea di riciclarli e non buttarli comunica al consumatore un’attenzione anche per i piccoli dettagli. Il riciclo, poi, conclude un percorso di sostenibilità che la nostra azienda ha iniziato nel 2004 con la svolta biologica».

Insomma, anche nel mondo del vino come con il maiale non si butta via niente. Piuttosto si ricicla.

Nella foto d'apertura, uno collier presentato  da Almonile in una delle precedenti edizioni di Gioielli in Fermento