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Il 2017 in 12 mesi e 12 vini (e più)

Photo credits: Wokandapix

Chi lavora in questo settore è chiamato ad assaggiare così tanti vini che a volte perde il conto. A distanza di settimane o di mesi però, alcuni tornano alla memoria, vuoi per le loro caratteristiche - che non devono essere per forza eccezionali - vuoi per il momento in cui si è fatta la loro conoscenza. E all'inizio di un nuovo anno - e di una nuova tornata di assaggi - è bello ricordare quei bicchieri, come vecchi amici che ogni si affacciano sul tuo presente. 

Gennaio 2017: comfort food da 1° dell'anno è un piatto caldo di crema di lenticchie accompagnato da un rosso che sa di famiglia e amici, come il Besler Ross Dolomiti 2008 di Pojer e Sandri. Profumi dolci di frutta rossa matura, freschi di erbe balsamiche e montane. In bocca è equilibratissimo, con tannini setosi, mai aggressivi, lungo e piacevole. 

Febbraio: è sempre inverno, si va su rossi importanti ma ancora amichevoli con i cibi. Come l'Amarone della Valpolicella "Zovo" 2013 di Pietro Zanoni: scurissimo al naso e in bocca - cacao fondente, caffè, tabacco -  con sensazioni di frutta rossa macerata in alcol. Ben secco, ottimo con piatti di carne rosse o salumi. 

Marzo: è già tempo di ricominciare le scorribande più o meno lunghe in giro per l'Italia. Ai primi di marzo del 2017 ci siamo concessi una veloce ma intensa puntata in zone Langhe, dove abbiamo bevuto fantastici Barolo, (ri)scoperto quan'tè buono l'Arneis e avuto ennesima conferma che ci stiamo focalizzando troppo su pochi vini e trascurando tutti gli altri. Come il Verduno Pelaverga, o come il Dolcetto. Il "Dolcetto d'Alba Galluccio 2016" di Cascina Boschetti Gomba ha un bel colore vivo e lucido, rosso scuro violaceo, bellissimi profumi di fruttini rossi maturi e dolci, ma in bocca presenta una vibrante acidità, tannini piacevoli, lunghezza e pulizia.

Aprile: è il mese del Vinitaly, dove gli assaggi si sprecano - e altrettanto velocemente si dimenticano. Dal mazzo dei bicchieri estraiamo un bianco facile, che già strizza l'occhio all'estate che verrà: il "Carricante Terre Siciliane IGT 2014" di Tenute Mannino di Plachi. Tropicale al naso, sa di erbe mediterranee, è rotondo, fresco, lungo e piacevole. In una parola, facile da bere e da abbinare. Un bel vino da pasto ma anche da aperitivi.

Maggio: dopo un fine aprile fin troppo freddo, nelle settimane successive la temperatura si è via via alzata, fino a toccare valori quasi estivi nell'ultima parte del mese. Il vino del mese è stato "Il Coro di Fondo Antico Terre Siciliane IGT 2014" dell'azienda Fondo Antico. Un grillo buonissimo, con profumi di zagare e pasta di mandorle, frutta tropicale matura e a pasta gialla al naso, fresco ma ricco in bocca: scorzette di agrumi e cedri canditi, con un tocco di cioccolata bianca. Gran bel vino da pasto delle feste.

Giugno: momenti di eventi e di viaggi. Radici del Sud è una full immersion nella produzione delle regioni meridionali, si fanno tante belle scoperte e ci si entusiasma di fronte agli esiti di certi vitigni autoctoni. Come il Negroamaro in purezza "Menone Salento IGT" dell'azienda Marulli Da vigneti di oltre 80 anni, molto ben bilanciato in tannini e alcol. Frutta rossa e spezie scure in bocca, si presenta con un finale  pulito e preciso, e con intriganti sentori di incenso.

Luglio: un press tour in regioni del Nord Est mi riporta a vigneti e cantine del Veneto. C'è un'azienda, Collalto, che ha fatto degli Incroci Manzoni un suo tratto distintivo. Così ho potuto constatare quant'è buono - e semi sconosciuto -  il Manzoni rosa: "Rosabianco 2016 Colli Trevigiani IGT" è un Incrocio Manzoni 1.50 che nasce dal Traminer e dal Trebbiano. Un vino profumato, che al carattere florealmente intenso del primo contrappone la piacevole freschezza del secondo.

Agosto: restiamo in Veneto con un vino obiettivamente un po' scontroso, ma dal carattere decisamente interessante: il "Raboso Colfondo 2015 IGT Delle Venezie" di Casa Belfi. La prima volta che lo assaggiai, anni fa, non mi piacque nemmeno un po'. A distanza di tempo, molto è cambiato (in meglio, ovviamente), anche se resta l'attitudine a spiazzare il degustatore: infatti ha un naso accattivante di lamponi e fragole mature, ma un gusto totalmente divergente di china, rabarbaro, erbe balsamiche. Pulitissimo (a dispetto del fondo nel nome), e secchissimo. 

Settembre: l'appuntamento di maggior risalto del mese è il "Soave Versus", e qui abbiamo assaggiato un vino che, anno dopo anno, si sta dimostrando essere un punto di riferimento importante per la piccola ma caratteristica frazione di Brognoligo: "Battistelle Soave Classico DOC 2014" dell'azienda Le Battistelle. Da un'annata molto piovosa e non facile, un Soave onesto, dritto, ben fatto. Naso di frutta gialla (melone), gusto coerente, finale pulito, grande bevibilità. Niente di ruffiano, molto di tipico della zona (suolo vulcanico) in cui crescono le uve. 

Ottobre: l'autunno, dopo quello della vendemmia e della raccolta delle olive, è il tempo delle guide e di alcune famose fiere del vino. Trascurate le une e le altre, siamo tornati a scuola in terra di Puglia: il vino questa volta è il "Primitivo di Manduria Licurti DOP 2014" della massseria Trullo di Pezza. Ad un naso poco immediato da tanto è ricco (occorre dargli tempo per lasciargli dispiegare il suo bouquet di frutta e spezie) fa da contraltare un gusto subito piacevole e immediato. 

Novembre: in questo mese abbiamo fatto la conoscenza con Punto Zero, una nuova giovane azienda vicentina, che già promette molto bene. Da tener d'occhio in particolare il suo succoso Syrah "Virgola 2012 IGP Veneto", con i suoi golosi sentori di castagne, prugne, cioccolato integrati ad un legno presente ma non invadente, e sfumato di note di tabacco e polvere di caffè. 

Dicembre: molti vini stappati per puro piacere. Quello del mese è però un internazionale puro, il Cabernet Sauvignon  "Kathrine Hall 2014" della Hall Wines in Napa Valley: gustoso, elegante, fruttato e speziato insieme, con un alcol importante ma così equilibrato da non sentirsi affatto. 

Fuori lista, altri vini degni di menzione e raccomandazione sono il bianco "Studio 2012" di Ca' Rugate, (un blend di Trebbiano e garganega più speziato che fruttato,  pulito, rigoroso, ben bilanciato e molto bevibile), il Lambrusco Rosè "Lusvardi Rosè" dell'omonima azienda (fruttini rossi al naso, erbe aromatiche in bocca, fresco, diretto, di grande bevibilità), il Passito di Pantelleria "Kamma 2006" di Salvatore Murana (denso, ricchissimo, un vino-liquore con profumi di datteri, miele, fichi secchi che si ritrovano in bocca con altra frutta secca ed erbe aromatiche) il "Creso Rosso Veronese 2015" di Bolla (un blend dallo stile internazionale  con misura, speziato e fruttato con bella bevibilità) e soprattutto l'Amarone della Valpolicella 1967 di Bertaniun vino d'una eleganza francese che per freschezza ed equilibrio da' i punti a tanti suoi colleghi ragazzini. Più che un vino, un'esperienza.