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Vendemmia 2015: un'annata da rossi

Se il 2014 era stata, nel complesso, giudicata un'annata da bianchi, quella che si sta profilando attualmente sembra essere invece un'annata favorevole ai vini rossi. Da un recente incontro sul tema della vendemmia riservato agli operatori (produttori, enologi, agronomi), e dopo aver seguito alcune relazioni più o meno tecniche e specifiche di una zona (il focus riguardava solo alcune aree del Veneto) abbiamo capito che:

1) Nel Bardolino (dove evidentemente sanno cosa fare di quell'oggetto misterioso chiamato zonazione) è consigliabile tenere in considerazione l'effetto zonale, legato alla natura geologica dei diversi siti, perchè i valori di zuccheri, acidità, quadro fenolico e APA (azoto prontamente assimilabile) cambiano non poco da una zona all'altra; sarà bene anche differenziare i momenti di raccolta delle due varietà principali (corvina e rondinella), tenendo presente che la corvina va raccolta prima della rondinella

2) per quanto riguarda le due principali varietà del veronese - corvina e garganega - l'annata 2015 si caratterizza per un lento incremento zuccherino e al contempo una veloce degradazione acida; le uve corvina si presentano con una buona dotazione di colore; 

3) i caratteri termo-pluviometrici di questa annata si presentano nella norma. Fa eccezione il periodo 3 luglio-12 agosto, dove si sono avute temperature superiori alla norma e piovosità ridotta. Ma questo non permette di parlare di annata eccezionale, da un punto di vista climatico.

Il focus pre-vendemmiale - tenutosi come sempre a Borgo Rocca Sveva, a Soave - ha dato spazio anche ad alcune news interessanti: per esempio, è stato detto che la DOC Bardolino ha richiesto una riduzione della resa uva/ettaro a 11,5 t, e che lo stesso ha fatto la Valpolicella per l'Amarone, richiedendo una riduzione a 6t/ha.

Sono invece in corso di modifica al MIPAAF, tra gli altri,  i disciplinari del Trentino DOC - Pinot grigio (che ha richiesto un aumento delle rese/ettaro da 140 q a 150), del Valdadige DOC (idem), del Trento DOC (introduzione della tipologia Riserva per lo spumante rosè rifermentato in bottiglia), e del Prosecco DOC (che ha chiesto l'aumento della resa uva/vino, il taglio con pinot-chardonnay, e l'uso del termine millesimato).

E dopo essere giunti alla conclusione che quest'anno molte uve saranno meno dolci del previsto, meno acide di quel che si vorrebbe, ma pur sempre sane e ben colorate, veniamo a qualche dato ufficiale:

Quantità superiore al 2014 del 10%. Le prime stime di Assoenologi (29 agosto 2015) dicono che nel 2015 si produrranno tra i 46 e i 47 milioni di ettolitri di vino e mosto, a fronte della media quinquennale (2010/2014) di 44,1 milioni di ettolitri e di quella decennale (2005/2014) di 45,5 milioni di ettolitri. La produzione dunque torna nelle medie pluriennali.

Il Veneto rimane la regione più produttiva. Il Veneto, con ben 9,1 milioni di ettolitri, si conferma la regione italiana più produttiva. Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia insieme nel 2015 produrranno oltre 28 milioni di ettolitri, ossia più del 60% di tutto il vino italiano.

Qualità ottima/eccellente in tutt'Italia. Dai rilievi fatti da Assoenologi, le buone riserve idriche accumulate hanno determinato un’interessante ripresa vegetativa, sfociata in una primavera che ha favorito le fasi fenologiche per lasciare poi il posto ad un'estate calda, mitigata nella seconda metà di agosto da provvidenziali piogge... Il millesimo 2015 è insomma stimato da Assoenologi qualitativamente ottimo con molte punte di eccellente, soprattutto per i vini da uve a bacca rossa che saranno vendemmiate a fine settembre. Nel complesso insomma le premesse sono buone per tutti, ma l'ultima parola la dirà, come sempre, il mese di settembre.

Nel frattempo, buona vendemmia a tutti.