Degustare Bertani (l'Amarone, finalmente)
In my humble opinion, non può dire di conoscere davvero l'Amarone della Valpolicella chi non ha mai bevuto, almeno una volta nella vita, un Amarone di Bertani di un'annata precedente al 1990.
Il successo mediatico e commerciale di questo vino rosso secco da uve appassite è infatti storia recente - la data ufficiale dell'inizio del fenomeno è il 1995 - ma in Valpolicella già negli anni '30 del secolo scorso si commercializzava il Recioto Amarone (come si chiamava prima che la modifica del disciplinare nel 1990 stabilisse le regole distintive per le due tipologie di vini).
Negli anni Trenta e per i successivi vent'anni almeno, erano poche in Valpolicella le maison produttrici che vendevano le proprie bottiglie anche all'estero: tanti blasonati produttori di oggi, all'epoca erano mezzadri, o al massimo vendevano vino sfuso in damigiane.
Ma tra le griffe dell'enologia veronese c'era la Casa Vinicola del Cav.G.B.Bertani, la cui fondazione precedette di quattro anni perfino l'Unità d'Italia, e che vantava clienti ed estimatori di tutto rispetto: il pranzo per l'incoronazione di re Giorgio VI d'Inghilterra, nel 1936, per esempio, vide servire nel menù ufficiale un vino di Bertani (e non uno dei tanti, onnipresenti vini francesi).
Quest'azienda, insomma, rappresenta ancora oggi la memoria storica della Valpolicella (e non solo) del vino: non a caso, quando si cerca di organizzare una verticale di grandi annate, o di portare in degustazione etichette molto vecchie, è sempre nelle cantine di Bertani che si va a cercare.
Perciò, vale la pena precipitarsi ogni volta che si presenta l'occasione di assaggiare qualche vecchia bottiglia: come è successo nei giorni scorsi, in occasione di Bertani Ospita (una giornata di cantina aperta a operatori e appassionati).
In degustazione, due Soave "Sereole" e 3 Amarone della Valpolicella Classica "Villa Novare". Quelli che seguono, sono gli appunti presi al volo.
Soave Sereole 2009: colore paglierino brillante con sfumature giallo-verdi, profumi floreali bianchi e di pasta di mandorle, frutta bianca (pera William), ma anche salvia fresca. Rotondo in bocca, lungo, piacevole, morbido, succoso, fruttato (mela Golden), con una leggerissima nota mielosa. Grande bevibilità e finezza per un vino che sullo scaffale dell'enoteca spunat prezzi tra 6 e 7 euro. Indice di gradimento personale: @@@@
Soave Sereole 2006: colore analogo al precedente, ma profumi più scuri, minerali, meno espressi, più chiusi; bocca coerente, molto succosa, con un finale di mandorla amara più evidente. Qualche sentore di erba aromatica (rosmarino). Un Soave ancora troppo giovane. I.g.p: @@@
Amarone della Valpolicella Classico Doc "Villa Novare" 2003: dalla famosa annata tropicale, un Amarone dal colore rubino scuro non fitto, con sfumature rosse. Al naso appare subito la ciliegia sotto spirito, seguita dal dattero e dalla prugna secca, un po' di noce, di china e di polvere di caffè. In bocca è giustamente severo, senza cedimenti a ruffiani residui zuccherini, con finale secco e pulito. Peccato che la struttura, pur elegante, si presenti un po' (troppo) esile. A tratti, durante l'assaggio, si affacciano sentori di legno odoroso ben integrato. I tannini ancora un po' scomposti danno l'impressione di una la tessitura di seta grezza. I.g.p.: @@@@
Amarone della Valpolicella Classico Doc "Villa Novare" 1981: colore rubino più scuro e compatto, tendente al mattonato, i profumi sono di datteri e fichi secchi, prugna sotto spirito, mora. Al gusto è decisamente secco, pulito, con sentori di rosmarino. Tannini levigati da tempo, alcol un po' invadente. Lungo nel finale, lascia un sentore di mallo di noce e di liquirizia pura. I.g.p.: @@@
Amarone della Valpolicella Classico "Villa Novare" 1967: colore non molto diverso dal bicchiere precedente. Al naso compaiono subito la prugna sotto spirito, seguitda dal dattero secco, la noce, la ciliegia sotto spirito avvolta in cioccolato fondente al 100% (ovvero: amarissimo). In bocca è coerente con i sentori olfattivi, ma rivela un'acidità vibrante, inaspettata, il finale è secchissimo, pulito, affilato come un rasoio, con un ricordo di mineralità ferrosa. Ah, che bell'Amarone. I.g.p.: @@@@
Abbinamenti? si può tentarne qualcuno con l'Amarone 2003 (carne rossa, ovviamente: arrosti, grigliate succose, piatti dal gusto un po' nordeuropeo, con salse un po' acidule ai piccoli frutti di bosco. Non ho la minima idea se possa funzionare, però mi intriga).
Ma con gli ultimi due, nessun piatto sarebbe abbastanza. Sono vini da solitaria, beata meditazione.
O da letture come queste.