Nino, Lorenzo e la Tabula Rasa
Questa è una storia che si svolge in Valpolicella, e siccome è una bella storia sembra una favola, invece è proprio un fatto vero.
C'era una volta un bravo e saggio enologo, di nome Nino, che con il suo lavoro e i suoi consigli aiutò molte aziende, soprattutto della Valpolicella (ma non solo), a diventare quello che sono oggi, cioè ricche e famose (anche se adesso se ne sono dimenticate e fanno finta di aver fatto tutto da sole). Questo enologo era così appassionato della Valpolicella, dei suoi vini e delle sue uve, che aveva piantato intorno alla sua casa un certo numero di viti, veronesi e non. A tempo debito le vendemmiava, le vinificava e faceva il vino come diceva che doveva esser fatto, cioè il solo vero, unico, autentico e inconfondibile Valpolicella (un po' diverso da quelli che trovi in giro adesso, insomma... anzi, un po' tanto).
Un giorno Nino venne assunto nelle celesti cantine, lasciando un grande rimpianto in tutti e una ricca eredità di affetti, come sempre capita ai buoni; lasciò però anche le sue vigne, della vendemmia delle quali s'incaricò Leonardo, il più giovane dei suoi figli (che nella vita non è nè viticoltore, nè enologo).
Leonardo chiamò a raccolta un bel gruppo di amici con le loro famiglie, e tutti insieme per un po' di tempo, grandi e piccoli, si divertirono come matti a raccogliere tutti grappoli, pigiarli, metterli a fermentare...volevano fare un vino, in onore di Nino. Che vino sarebbe stato? e chisseneimporta. In quei filari c'era di tutto.
Tutti gli amici si diedero da fare : ci fu chi realizzò il vino (un bravissimo enologo e produttore, della Valpolicella), chi fece stampare l'etichetta (ideata dallo stesso gruppo di famiglie), chi fornì i tappi, le capsule, perfino le bottiglie...tutto gratis. Perchè?
Perchè nel frattempo avevano saputo di Lorenzo, un vivace bambino di 2 anni e mezzo, nato prematuro e affetto da una grave forma di retinopatia, che gli comporta una completa cecità. A causa di ciò aveva già subito 11 operazioni agli occhi, nel tentativo, finora vano, di restituirgli almeno in parte la vista. Le cure costosissime, l'assistenza continua, l'inefficienza e l'ottusità della burocrazia gravavano come un macigno sul modesto bilancio familiare del papà operaio e della mamma casalinga, perciò il gruppo delle famiglie, venuto a conoscenza di questa situazione, aveva deciso di dedicare il loro vino ad una buona causa: aiutare Lorenzo.
Così è stato. Di questo vino sono state prodotto meno di un migliaio di bottiglie, che si possono comprare a 10 euro l'una, mettendosi in contatto direttamente con Leonardo Franceschetti.
"Ad ogni sorso un sorriso", recita l'etichetta: il sorriso di Lorenzo, ma anche quello dei wine lover.
Perchè questo vino rosso da tavola, prodotto nel vigneto "Fontego" di S.Pietro in Cariano con uve corvina, rondinella, teroldego, corvinone, merlot e cabernet si beve bene e con gusto, è fresco, profumato, sa di piccola frutta rossa, erbe di campo e allegria.
Tutta l'allegria e la serenità di una domenica di vendemmia trascorsa fra amici.
p.s.: volete sapere perchè si chiama "Tabula Rasa"? perchè quel gruppo di amici è più abituato a berlo che a farlo, il vino. Anzi, quanto a enologia e dintorni, hanno ammesso candidamente, sono proprio... tabula rasa!