Una ricerca costante, inesausta, portata avanti anno dopo anno per 20 anni di seguito che alla fine produce risultati i cui esiti si rifletteranno nel futuro. E' quella della Fondazione Edmund Mach (FEM) di S.Michele all'Adige, che in questi giorni ha finalmente presentato la sintesi di due decenni di lavoro. Da oltre 25 mila semenzali attentamente studiati e valutati dai ricercatori del centro in questi due decenni, alla fine sono arrivate al traguardo 234 varietà, sulle quali continueranno a concentrarsi gli studi anche nei prossimi anni. Nella giornata di presentazione di queste ricerche, si è parlato nel dettaglio di 13 di queste nuove selezioni: sono loro le viti del futuro, che saranno oggetto nei prossimi anni di richiesta di iscrizione al Registro nazionale delle varietà di vite ed eventualmente, valorizzate e promosse da CIVIT, consorzio creato da FEM e Vivaisti Viticoli Trentini per trasferire innovazione in viticoltura.
Finora l'attività di miglioramento genetico della FEM ha prodotto e registrato quattro varietà Eco Iasma 1, Eco Iasma 2, Eco Iasma 3, Eco Iasma 4, tutte varietà tolleranti alla botrite.
Per dare un semplice esempio, riportiamo le caratteristiche di una di queste nuove uve, l'Eco Iasma 3: si tratta di una varietà a bacca bianca, a grappolo spargolo, che matura una settimana prima delle uve "genitrici" e che è molto meno sensibile alla Botrytis Cinerea.
Le 13 varietà presentate oggi – ha spiegato il selezionatore Tiziano Tomasi – puntano a migliorare alcune caratteristiche come la resistenza alla botrite, l'intensità del colore, la qualità e qualità dei polifenoli contenuti, i timbri aromatici, la quantità di acidità e il posticipo dell'epoca di raccolta, in modo da ottenere una maturazione piuù omogenea". Caratteristiche queste ultime, che vogliono essere una risposta anche ai cambiamenti climatici, che sempre più spesso negli ultimi anni costringono ad anticipare la vendemmia.