Anteprima Amarone 2011: le cifre (e una patata bollente)

Per chi è della zona Verona e dintorni, l'ultimo scorcio del mese di gennaio è stato contrassegnato da due appuntamenti enofili interamente incentrati sulla Valpolicella: Amarone in Villa e Anteprima Amarone. Una full immersion per gli amanti di questi rossi quali non ne capitano spesso durante l'anno. Per quel che riguarda l'evento promosso dal Consorzio, ecco qualche dato tratto dall'ufficialità dei comunicati stampa:

"Produzionela Valpolicella è la prima DOP di vino rosso in Veneto e tra le più importanti in Italia. A livello regionale è seconda solo al Prosecco, con una P.L.V. (produzione lorda vendibile) ad ettaro tra le più alte in Italia, che si è attestata tra 18.000-20.000 €/Ha nella vendemmia 2013.  Negli ultimi 20 anni è raddoppiato il terreno vitato Valpolicella, che ha superato i 7.435 ettari di estensione nel 2014 (25% del veronese e il 10% del veneto). Nello stesso periodo, la produzione di Amarone e Recioto ha registrato un incremento dai 40 agli oltre 300mila quintali. Sono quasi 60milioni le bottiglie delle denominazioni (Valpolicella, Amarone, Recioto e Ripasso) prodotte nel 2013, per un valore complessivo che si aggira sui 550mln di euro annui (primato nazionale per una Dop), di cui 325mln solo per l’Amarone. Altissima inoltre la percentuale di prodotto imbottigliato/certificato (96,75%, dati Ismea).

Esportazione: L80% della produzione della Dop è destinato allestero: per i 2/3 in Europa, e 1/3 nel resto del mondo. In Europa è la Germania il principale mercato di destinazione per lAmarone (28% della quota export europea), seguita da Danimarca (19%), Svizzera (17%), Svezia e Regno Unito. Il Canada supera di poco gli Usa (43% contro 42%) nelle quote destinate al resto del mondo, seguite a distanza da Cina (5%), Giappone e Brasile (2%).

Anteprima Amarone 2011: tremila presenze, tra operatori, giornalisti e winelover per un’Anteprima, quella dell’Amarone 2011, ad alto gradimento. Circa 180 i giornalisti con una nutrita partecipazione degli stranieri (11 i Paesi rappresentati: Canada, Inghilterra, Germania, Austria, Svizzera, Svezia, Olanda, Belgio, Messico, Brasile e Repubblica Ceca), oltre a delegazioni regionali Ais (Associazione italiana sommelier) e Fisar (Federazione italiana sommelier, albergatori e ristoratori). Più di 2.000 infine i biglietti venduti a operatori e appassionati".

Dati trionfali, tono trionfante, la polvere delle grane nascosta sotto il tappeto. Come quella suscitata da una grande e apprezzata realtà produttiva della Valpolicella, la Cantina di Negrar: proprio in apertura della due giorni a tutto-Amarone, il suo general manager Daniele Accordini (nonchè vicepresidente dello stesso Consorzio Valpolicella) pur nei consueti toni pacati e riflessivi, ha sparato una bordata ad alzo zero sul chiacchierato quanto squilibrato rapporto tra Amarone e Ripasso: "Amarone, condannato alla produzione per il Ripasso?".

Non occorre infatti essere dei maghi per pronosticare un futuro assai critico per il più importante vino rosso del Veneto, che potrà essere più o meno vicino a seconda degli umori del mercato - e di quanto in fretta si stancheranno del Ripasso coloro che ad oggi ne bevono a fiumi. E' ovvio che, se la produzione dell'Amarone diventa subordinata a quella del Ripasso a causa dell' attuale, strabordante successo commerciale di quest'ultimo, non possiamo certo considerare questo fatto come una nota di merito per il più importante vino della Valpolicella.

Perchè, a questo punto, tanto importante l'Amarone non lo è più. Paradossalmente, la fortuna del Ripasso rischia di essere letta come il fallimento dell'Amarone.

Si vende insomma più Ripasso che Amarone della Valpolicella: c'è da gioirne? 

E' questo che vogliono i produttori? Forse è venuto il momento di cominciare a pensare ai due vini come a due prodotti ben distinti e da distinguere in tutto: produzione e disciplinari inclusi.