A toast to wine freedom - Italian version

Riprendo, adattandola, la lettera aperta che l'amico wine blogger Robert McIntosh, di Vrazon, ha pubblicato in questi giorni sul suo blog. E' indirizzata alle aziende del vino. Inutile specificare che la condivido dalla prima all'ultima riga. Anzi, lo ringrazio per aver scritto a chiare lettere cose che avrei dovuto palesare anch'io, e da parecchio tempo.

 "Gentile Cantina, sono venuta a sapere che i tuoi meravigliosi vini, celebrati dagli appassionati  di tutto il mondo come straordinari esempi di artigianato e scienza della vinificazione, a causa delle tue azioni e inazioni sono stati imprigionati digitalmente e bloccati lontano dallo sguardo d’apprezzamento di milioni di potenziali bevitori. 

E 'stato chiaramente stabilito per convenzione internazionale  che l'uso di siti web basati su Flash è una punizione crudele e insolita. Gli amanti del vino che desiderano goderlo (...) non dovrebbero aspettare secoli in attesa che l’animazione si carichi sullo schermo, sorbirsi filmati autocelebrativi e irrilevanti, o dover installare plug-in solo per vedere delle bolle scoppiare sullo schermo, o delle fotografie che vanno avanti e indietro con la messa a fuoco. 

La gente ha il diritto di leggere, ascoltare, vedere e interagire con i tuoi vini ovunque si trovi, con i suoi dispositivi mobili di marca Apple, e non essere bloccata da scelte tecnologiche dettate dalla tua vanità.

I tuoi vini hanno un messaggio da condividere e un ruolo da svolgere nel portare la felicità, l'espressione culturale e il cameratismo tra le persone in tutto il mondo, quindi perchè ti ostini a nascondere la tua bella personalità dietro a un sistema di denominazioni che sembra essere stato progettato per essere compreso solo dai burocrati?

Perché ti rifiuti di utilizzare i canali di comunicazione disponibili per condividere informazioni effettivamente utili? Perché l'etichetta viene trattata come un tag di identificazione, invece che come un altoparlante? Perché non sei riuscita a creare una piattaforma, come ad esempio un blog o un altro canale di comunicazione aperto, per consentire alle persone di interagire con te? Stai nascondendo qualcosa? Di che cosa hai paura?

Perché si parla ancora in “codice vino", escludendo coloro che non sono iniziati ad un modo di esprimersi ampolloso, a volte incomprensibile, fumoso e spesso ridicolo? . E'  venuto il momento per il vino (...) e la sua storia di essere liberati da queste ingiustizie, e lasciati liberi di viaggiare senza ostacoli attraverso i canali digitali.

Io chiederò a miei amici e ad ogni persona amante del vino che riuscirò a raggiungere di ripetervi questi punti in ogni occasione. Confido nel fatto che tale pressione vi aiuterà a realizzare il grande potenziale insito in un futuro più aperto.

Cordialmente, 

Un amante digitale del buon vino".